Gaetano Camarda in questa sua silloge, “L’eredità della primavera”, ripercorre quasi terapeuticamente quanto vissuto, divenendo demiurgo e giudice della propria vita come a dire che la felicità o i sorrisi vissuti in amore e nella vita devono o possono dare forza a coloro che faranno ancora lo sforzo di leggere.
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