Benvenuti amici amanti dei libri in questa rubrica letteraria “Carthago d’Autore – L’intervista”. Protagonista di oggi è Liliana Di Re, autrice del romanzo autobiografico “Prima di dimenticare” pubblicato dalla casa editrice Carhago Edizioni. Questo libro si propone di accompagnare il lettore in un’emozionante esperienza di scoperta, un invito a riflettere su ciò che siamo e su come i legami tra le generazioni modellano le nostre identità. Le vicende della famiglia Di Re si intrecciano con la memoria di un’intera comunità, in un mosaico di storie che parlano di resilienza, amore e crescita. In una società che spesso dimentica, “Prima di dimenticare…” si erge come un monumento alla dignità della storia familiare, sottolineando l’importanza di non perdere mai di vista le origini da cui proveniamo.
1. Il suo romanzo rappresenta la storia delle sue origini, ma chi è Liliana Di Re? Non è facile parlare di se stessa. Penso di essere un classico frutto dei miei tempi, nata nel 1949, con una educazione all’antica, ho frequentato il Collegio Santonoceto dall’asilo alla maturità, ma nello stesso tempo con la grinta e la ribellione agli stereotipi del conformismo che imperava. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno insegnato la libertà delle proprie idee. Una sessantottina fatta e finita. Al mio ingresso all’Università, l’ho trovata occupata! E tutto dire, minigonne e chitarre, Beatles e Isola di White!
2. Cosa l’ha spinta a scrivere “Prima di dimenticare”? Qual è stata l’ispirazione principale per raccontare la storia della sua famiglia? Ma dentro di me un grande amore, per il passato e soprattutto per la mia famiglia. Sono stata una grande ascoltatrice delle storie del passato, delle vicissitudini dei componenti della famiglia, attraverso gli anni. Conoscere gli eventi della guerra, della fame, della forza di combattere le varie difficoltà, che si presentavano con dignità e intelligenza da parte della mia famiglia era importante che fosse ricordato.
3. Quali sono state le sfide maggiori durante la raccolta e il recupero delle testimonianze della sua famiglia? Dato che scrivere è l’unico modo di lasciare ai posteri il ricordo, ho deciso di scrivere. Non avevo intenzione di scrivere “un libro” ma solo di stampare su carta i miei ricordi, mi sono sentita la memoria storica della famiglia, data l’età.
4. Cosa significa per lei il concetto di “dimenticare”? Perché ritiene importante preservare la memoria delle storie familiari? Attorno a me anno dopo anno, andavano via i personaggi che avevano condiviso gli episodi e i ricordi più importanti .Le mie nipoti, i più piccoli, non avrebbero potuto conoscere il loro passato. Per me i ricordi sono vita, sapere da dove veniamo, è essenziale. La mia paura era quella di dimenticare, ho visto tanti cari che non riconoscono più i figli che sorridono benevoli ma sono in un mondo evanescente… Per questo ho messo al mio libro il titolo “Prima di dimenticare…”!
5. Come pensa che le esperienze della sua famiglia dall’Ottocento ai giorni nostri possano riflettersi nelle vite delle nuove generazioni? Non so se potrà essere utile conoscere la storia della mia famiglia, certamente il ricordo dei cambiamenti dei tempi, penso incuriosirà e provocherà commenti e critiche. Ma non mi curo, e vado avanti è la mia verità, la mia testimonianza di vita.
6. Ha sempre avuto una passione per la scrittura? Non ho mai avuto velleità di scrittrice, mi sento una narratrice, una che ama rendere palesi i suoi sentimenti, e quando mi dicono che non leggono il mio libro, ma sentono la mia voce che racconta ,sono felice. Sentire dire che vedono, come a teatro le cose che scrivo mi riempie di gioia.
7. Come ha conosciuto la Responsabile Editoriale della Carthago Edizioni Margherita Guglielmino e l’Amministratore Giuseppe Pennisi? Margherita Guglielmino e Giuseppe Pennisi, sono stati “i miei scopritori” o meglio mi hanno incoraggiato a rendere pubblico il mio libro. Io volevo solo stampare per i miei cari,hanno creduto in me e sono grata a loro per la fiducia.
8. A breve uscirà il suo nuovo libro e ad agosto ci sarà la prima presentazione del libro, raccontaci di questa sua nuova avventura letteraria? Non so scrivere storie fantastiche, devo provare quello che scrivo e cerco di coinvolgere chi legge nella mia storia. Anche il terzo libro racconta di esperienze, da me affrontate negli ultimi vent’anni “Il mondo a casa mia” il titolo. Il senso però, è sempre quello, prima di dimenticare fissare sulla carta, un periodo molto importante e vario della mia vita. Una specie di riassunto, mi accorgo che parlo sempre di me così darò adito ai benpensanti di criticare.
Un sentito ringraziamento alla nostra amata autrice, Liliana Di Re, per aver condiviso con noi la sua storia in questa intervista. E un grazie di cuore a voi lettori, che ci accompagnate e scegliete Casa Carthago per le vostre letture. Alla prossima settimana con un nuovo protagonista qui nel nostro angolo dedicato alla lettura, firmato Carthago Edizioni.
“Carthago d’Autore – L’intervista” con l’Autrice Liliana Di Re
Benvenuti amici amanti dei libri in questa rubrica letteraria “Carthago d’Autore – L’intervista”. Protagonista di oggi è Liliana Di Re, autrice del romanzo autobiografico “Prima di dimenticare” pubblicato dalla casa editrice Carhago Edizioni. Questo libro si propone di accompagnare il lettore in un’emozionante esperienza di scoperta, un invito a riflettere su ciò che siamo e su come i legami tra le generazioni modellano le nostre identità. Le vicende della famiglia Di Re si intrecciano con la memoria di un’intera comunità, in un mosaico di storie che parlano di resilienza, amore e crescita. In una società che spesso dimentica, “Prima di dimenticare…” si erge come un monumento alla dignità della storia familiare, sottolineando l’importanza di non perdere mai di vista le origini da cui proveniamo.
1. Il suo romanzo rappresenta la storia delle sue origini, ma chi è Liliana Di Re?
Non è facile parlare di se stessa. Penso di essere un classico frutto dei miei tempi, nata nel 1949, con una educazione all’antica, ho frequentato il Collegio Santonoceto dall’asilo alla maturità, ma nello stesso tempo con la grinta e la ribellione agli stereotipi del conformismo che imperava. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno insegnato la libertà delle proprie idee. Una sessantottina fatta e finita. Al mio ingresso all’Università, l’ho trovata occupata! E tutto dire, minigonne e chitarre, Beatles e Isola di White!
2. Cosa l’ha spinta a scrivere “Prima di dimenticare”? Qual è stata l’ispirazione principale per raccontare la storia della sua famiglia?
Ma dentro di me un grande amore, per il passato e soprattutto per la mia famiglia. Sono stata una grande ascoltatrice delle storie del passato, delle vicissitudini dei componenti della famiglia, attraverso gli anni. Conoscere gli eventi della guerra, della fame, della forza di combattere le varie difficoltà, che si presentavano con dignità e intelligenza da parte della mia famiglia era importante che fosse ricordato.
3. Quali sono state le sfide maggiori durante la raccolta e il recupero delle testimonianze della sua famiglia?
Dato che scrivere è l’unico modo di lasciare ai posteri il ricordo, ho deciso di scrivere. Non avevo intenzione di scrivere “un libro” ma solo di stampare su carta i miei ricordi, mi sono sentita la memoria storica della famiglia, data l’età.
4. Cosa significa per lei il concetto di “dimenticare”? Perché ritiene importante preservare la memoria delle storie familiari?
Attorno a me anno dopo anno, andavano via i personaggi che avevano condiviso gli episodi e i ricordi più importanti .Le mie nipoti, i più piccoli, non avrebbero potuto conoscere il loro passato. Per me i ricordi sono vita, sapere da dove veniamo, è essenziale. La mia paura era quella di dimenticare, ho visto tanti cari che non riconoscono più i figli che sorridono benevoli ma sono in un mondo evanescente… Per questo ho messo al mio libro il titolo “Prima di dimenticare…”!
5. Come pensa che le esperienze della sua famiglia dall’Ottocento ai giorni nostri possano riflettersi nelle vite delle nuove generazioni?
Non so se potrà essere utile conoscere la storia della mia famiglia, certamente il ricordo dei cambiamenti dei tempi, penso incuriosirà e provocherà commenti e critiche. Ma non mi curo, e vado avanti è la mia verità, la mia testimonianza di vita.
6. Ha sempre avuto una passione per la scrittura?
Non ho mai avuto velleità di scrittrice, mi sento una narratrice, una che ama rendere palesi i suoi sentimenti, e quando mi dicono che non leggono il mio libro, ma sentono la mia voce che racconta ,sono felice. Sentire dire che vedono, come a teatro le cose che scrivo mi riempie di gioia.
7. Come ha conosciuto la Responsabile Editoriale della Carthago Edizioni Margherita Guglielmino e l’Amministratore Giuseppe Pennisi?
Margherita Guglielmino e Giuseppe Pennisi, sono stati “i miei scopritori” o meglio mi hanno incoraggiato a rendere pubblico il mio libro. Io volevo solo stampare per i miei cari,hanno creduto in me e sono grata a loro per la fiducia.
8. A breve uscirà il suo nuovo libro e ad agosto ci sarà la prima presentazione del libro, raccontaci di questa sua nuova avventura letteraria?
Non so scrivere storie fantastiche, devo provare quello che scrivo e cerco di coinvolgere chi legge nella mia storia. Anche il terzo libro racconta di esperienze, da me affrontate negli ultimi vent’anni “Il mondo a casa mia” il titolo. Il senso però, è sempre quello, prima di dimenticare fissare sulla carta, un periodo molto importante e vario della mia vita. Una specie di riassunto, mi accorgo che parlo sempre di me così darò adito ai benpensanti di criticare.
Un sentito ringraziamento alla nostra amata autrice, Liliana Di Re, per aver condiviso con noi la sua storia in questa intervista. E un grazie di cuore a voi lettori, che ci accompagnate e scegliete Casa Carthago per le vostre letture. Alla prossima settimana con un nuovo protagonista qui nel nostro angolo dedicato alla lettura, firmato Carthago Edizioni.
A cura di Fiorella Di Mauro
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