Benvenuti amici amanti dei libri in questa rubrica letteraria “Carthago d’Autore – L’intervista”. Protagonista di oggi è Miriam Jaskierowicz Arman, autrice del libro “Rivoluzionario: L’approccio spirituale per cantare, parlare e comunicare” pubblicato dalla casa editrice Carthago Edizioni. Miriam Jaskierowicz Arman ha dedicato la sua vita a esplorare la connessione tra voce e spiritualità, declinando la pratica del canto in chiave cosciente e introspettiva. Con un percorso formativo che attraversa continenti e culture, Miriam Jaskierowicz Arman ha trasformato migliaia di vite attraverso il suo metodo innovativo, che fonde tecniche vocali tradizionali con intuizioni profondamente spirituali. In questa intervista, avremo modo di approfondire le idee e le esperienze che hanno portato alla creazione di un’opera così unica, che promette di restituire alla voce la sua sacralità e potenza intrinseca. Grazie Miriam Jaskierowicz Arman per essere qui con noi
1. Nel libro parli di un “approccio spirituale” al canto e alla comunicazione. Puoi spiegare come la spiritualità si integra nella tecnica vocale? Quando una voce si trova nel “posto giusto” — che certamente non è la gola, come insegnano i maestri oggi — allora si apre una connessione spirituale. Ma solo se il cantante e la voce si uniscono per diventare UNO. La voce è, in sé stessa, una alta spiritualità, ma arrivare al punto in cui tutto si unisce è un viaggio interno ed esterno che cambia la vita dell’allievo. Non importa l’età, è importante solo la volontà.
2. Qual è la differenza tra il tuo metodo di insegnamento e le tecniche tradizionali di canto che si possono trovare nelle scuole di musica? NON c’è nessun paragone tra quello che si insegna oggi e l’insegnamento della tecnica Giro Vocal Motion. La base è una tecnica reale e assoluta… la sapienza del maestro consente di scoprire dove sia la voce e come arrivare al ‘vero strumento’ dell’allievo, non a quello che è costruito e finto. Purtroppo il vero Bel Canto non c’è più. Quello che sentiamo oggi è grido, forza, manipolazione, ecc.… e la critica non sa più distinguere tra uno e l’altro.
3. In che modo hai sviluppato il concetto di “Giro Vocal Motion Technique”? Ci sono stati eventi o esperienze specifiche che ti hanno portato a elaborarlo? In verità, e lo scrivo e ammetto sempre, tutto mi è stato insegnato dall’ALTO quando ho perso la mia voce dopo due operazioni sulle corde vocali e non ho potuto parlare. Nella disperazione totale mi sono rivolto a D-O con la preghiera di insegnarmi a parlare. È Lui che mi ha insegnato a ricostruire la mia voce e ho fatto la promessa che mai più canterò. Così, dopo quasi 20 anni di ‘studio’, ho iniziato a vivere il mio voto: solo insegnare e condividere quello che è stato donato a me… mai più cantare. Infatti, non canto per insegnare ai miei allievi. E così è nato tutto…
4. Quali sono alcune sfide comuni che gli allievi affrontano quando iniziano a praticare il tuo metodo, e come li aiuti a superarle? La sfida più grande per tutti è ciò che hanno imparato nel passato: concetti, movimenti e idee che hanno danneggiato il loro strumento. Anche se ne sono consapevoli e desiderano cambiare, il ricordo di anni di insegnamenti da parte di diverse istituzioni, istruttori e maestri rimane parte della loro educazione. Per ridefinire la propria mente ci vuole un carattere forte e flessibile, un grande desiderio di cambiamento e fede in ciò che è il nostro lavoro. Il mio lavoro consiste in sapienza, pazienza e sostegno all’allievo in ogni momento del percorso. Ci vuole anche tanto amore: una risposta positiva per ogni fragilità, per garantire la sicurezza di poter far emergere il meglio del loro strumento. Un allievo deve avere fiducia, non perché il maestro lo dica, ma perché sa, dentro di sé, che ciò che viene insegnato è la sua chiave personale per superare ogni ostacolo.
5. Spesso parli dell’importanza di trovare il proprio “spazio” interiore. Quali esercizi o pratiche consigli ai tuoi allievi per incoraggiare questa connessione profonda? Parlando di esercizi e pratiche… prima si deve imparare un linguaggio completamente diverso da quello che abbiamo appreso nel mondo… Quando questo linguaggio diventa una seconda natura, abitudine e sapienza, allora si inizia un lavoro molto intensivo per conoscere realmente lo strumento e ciò di cui ha bisogno… Esce così la voce autentica e vera, ma sconosciuta: lo sapevi sempre di averla, ma non avevi mai capito come farla uscire… A 60 anni puoi sentirti come a 25… è, in sé, un miracolo… Perché la vera voce non è mai stata utilizzata…
6. Come affronti i pregiudizi o le resistenze che possono emergere in chi è abituato a metodi di canto più convenzionali? Nel momento in cui sentono le prime tre ore dell’insegnamento, la risposta è sempre la stessa: “Ma come mai nessuno mi ha mai detto queste cose? Io sapevo sempre che c’era un’altra verità, ma nessuno poteva spiegarmelo e io non sapevo da dove iniziare… Non c’è niente da affrontare, solo mettere fuori la verità… Il resto è ‘storia’.”
7. Nel libro menzioni le “ossature portali” e l'”osso della vita”. Puoi spiegare l’importanza di questi elementi nella tua metodologia? Non ha senso spiegare questo perché è fuori contesto e non chiarisce nulla se non si conoscono le informazioni precedenti. Per questo motivo, non puoi leggere un capitolo senza aver letto l’altro, poiché uno è fondamentale per l’altro.
8. Cosa intendi per “separare” il canto dalla gola? Quali sono le conseguenze di questa separazione e come può portare a una migliore produzione vocale? Sapienza!!! La gola rappresenta il purgatorio. ‘Il Posto’ rappresenta l’infinito. La voce è infinita nel suo habitat e deve essere separata dal “male” per trovare la sua espressione nel “bene”, anzi, nel glorioso…
9. Infine, qual è il messaggio principale che speri che i lettori e gli studenti traggano dal tuo libro e dal tuo approccio all’insegnamento del canto? Trovare l’espressione del cuore… Chi desidera cantare con il cuore è un cantore nato. Non è qualcosa che si insegna; è già tutto scritto dentro di noi. Il mio compito nell’insegnamento è riconnettere quella sapienza ‘dimenticata’ per realizzare e vivere il più grande desiderio della vita: cantare!
10. Come sei giunta a Casa Carthago? La mia amica, la grande poetessa e scrittrice Suzanna Glavas, è una delle autrici di Carthago Edizioni. Ho organizzato un piccolo evento per lei a Reggio Calabria, e sono intervenuti Margherita Guglielmino e Giuseppe Pennisi. Il resto è storia.
La conversazione con Miriam Jaskierowicz Arman ci ha profondamente arricchito e aperto nuove prospettive sulla voce e sul suo utilizzo. Le sue intuizioni non solo illuminano il legame tra tecnica vocale e spiritualità, ma offrono anche strumenti pratici per esplorare e liberare il potenziale naturale di ciascuno di noi. Con “Rivoluzionario”, Miriam non ci invita solo a cantare, ma a comunicare autenticamente con il mondo, a riscoprire e celebrare la voce come un dono divino. Confidiamo che le sue parole e insegnamenti possano ispirare molti a intraprendere questo straordinario viaggio di scoperta interiore e connessione con l’arte del canto. Grazie a Miriam per la sua passione e dedizione, che continua a guidare e illuminare le strade di chi desidera avventurarsi nel meraviglioso universo della voce.
“Carthago d’Autore – L’intervista” con l’Autrice Miriam Jaskierowicz Arman
Benvenuti amici amanti dei libri in questa rubrica letteraria “Carthago d’Autore – L’intervista”. Protagonista di oggi è Miriam Jaskierowicz Arman, autrice del libro “Rivoluzionario: L’approccio spirituale per cantare, parlare e comunicare” pubblicato dalla casa editrice Carthago Edizioni. Miriam Jaskierowicz Arman ha dedicato la sua vita a esplorare la connessione tra voce e spiritualità, declinando la pratica del canto in chiave cosciente e introspettiva. Con un percorso formativo che attraversa continenti e culture, Miriam Jaskierowicz Arman ha trasformato migliaia di vite attraverso il suo metodo innovativo, che fonde tecniche vocali tradizionali con intuizioni profondamente spirituali. In questa intervista, avremo modo di approfondire le idee e le esperienze che hanno portato alla creazione di un’opera così unica, che promette di restituire alla voce la sua sacralità e potenza intrinseca. Grazie Miriam Jaskierowicz Arman per essere qui con noi
1. Nel libro parli di un “approccio spirituale” al canto e alla comunicazione. Puoi spiegare come la spiritualità si integra nella tecnica vocale?
Quando una voce si trova nel “posto giusto” — che certamente non è la gola, come insegnano i maestri oggi — allora si apre una connessione spirituale. Ma solo se il cantante e la voce si uniscono per diventare UNO. La voce è, in sé stessa, una alta spiritualità, ma arrivare al punto in cui tutto si unisce è un viaggio interno ed esterno che cambia la vita dell’allievo. Non importa l’età, è importante solo la volontà.
2. Qual è la differenza tra il tuo metodo di insegnamento e le tecniche tradizionali di canto che si possono trovare nelle scuole di musica?
NON c’è nessun paragone tra quello che si insegna oggi e l’insegnamento della tecnica Giro Vocal Motion. La base è una tecnica reale e assoluta… la sapienza del maestro consente di scoprire dove sia la voce e come arrivare al ‘vero strumento’ dell’allievo, non a quello che è costruito e finto. Purtroppo il vero Bel Canto non c’è più. Quello che sentiamo oggi è grido, forza, manipolazione, ecc.… e la critica non sa più distinguere tra uno e l’altro.
3. In che modo hai sviluppato il concetto di “Giro Vocal Motion Technique”? Ci sono stati eventi o esperienze specifiche che ti hanno portato a elaborarlo?
In verità, e lo scrivo e ammetto sempre, tutto mi è stato insegnato dall’ALTO quando ho perso la mia voce dopo due operazioni sulle corde vocali e non ho potuto parlare. Nella disperazione totale mi sono rivolto a D-O con la preghiera di insegnarmi a parlare. È Lui che mi ha insegnato a ricostruire la mia voce e ho fatto la promessa che mai più canterò. Così, dopo quasi 20 anni di ‘studio’, ho iniziato a vivere il mio voto: solo insegnare e condividere quello che è stato donato a me… mai più cantare. Infatti, non canto per insegnare ai miei allievi. E così è nato tutto…
4. Quali sono alcune sfide comuni che gli allievi affrontano quando iniziano a praticare il tuo metodo, e come li aiuti a superarle?
La sfida più grande per tutti è ciò che hanno imparato nel passato: concetti, movimenti e idee che hanno danneggiato il loro strumento. Anche se ne sono consapevoli e desiderano cambiare, il ricordo di anni di insegnamenti da parte di diverse istituzioni, istruttori e maestri rimane parte della loro educazione. Per ridefinire la propria mente ci vuole un carattere forte e flessibile, un grande desiderio di cambiamento e fede in ciò che è il nostro lavoro. Il mio lavoro consiste in sapienza, pazienza e sostegno all’allievo in ogni momento del percorso. Ci vuole anche tanto amore: una risposta positiva per ogni fragilità, per garantire la sicurezza di poter far emergere il meglio del loro strumento. Un allievo deve avere fiducia, non perché il maestro lo dica, ma perché sa, dentro di sé, che ciò che viene insegnato è la sua chiave personale per superare ogni ostacolo.
5. Spesso parli dell’importanza di trovare il proprio “spazio” interiore. Quali esercizi o pratiche consigli ai tuoi allievi per incoraggiare questa connessione profonda?
Parlando di esercizi e pratiche… prima si deve imparare un linguaggio completamente diverso da quello che abbiamo appreso nel mondo… Quando questo linguaggio diventa una seconda natura, abitudine e sapienza, allora si inizia un lavoro molto intensivo per conoscere realmente lo strumento e ciò di cui ha bisogno… Esce così la voce autentica e vera, ma sconosciuta: lo sapevi sempre di averla, ma non avevi mai capito come farla uscire… A 60 anni puoi sentirti come a 25… è, in sé, un miracolo… Perché la vera voce non è mai stata utilizzata…
6. Come affronti i pregiudizi o le resistenze che possono emergere in chi è abituato a metodi di canto più convenzionali?
Nel momento in cui sentono le prime tre ore dell’insegnamento, la risposta è sempre la stessa: “Ma come mai nessuno mi ha mai detto queste cose? Io sapevo sempre che c’era un’altra verità, ma nessuno poteva spiegarmelo e io non sapevo da dove iniziare… Non c’è niente da affrontare, solo mettere fuori la verità… Il resto è ‘storia’.”
7. Nel libro menzioni le “ossature portali” e l'”osso della vita”. Puoi spiegare l’importanza di questi elementi nella tua metodologia?
Non ha senso spiegare questo perché è fuori contesto e non chiarisce nulla se non si conoscono le informazioni precedenti. Per questo motivo, non puoi leggere un capitolo senza aver letto l’altro, poiché uno è fondamentale per l’altro.
8. Cosa intendi per “separare” il canto dalla gola? Quali sono le conseguenze di questa separazione e come può portare a una migliore produzione vocale?
Sapienza!!! La gola rappresenta il purgatorio. ‘Il Posto’ rappresenta l’infinito. La voce è infinita nel suo habitat e deve essere separata dal “male” per trovare la sua espressione nel “bene”, anzi, nel glorioso…
9. Infine, qual è il messaggio principale che speri che i lettori e gli studenti traggano dal tuo libro e dal tuo approccio all’insegnamento del canto?
Trovare l’espressione del cuore… Chi desidera cantare con il cuore è un cantore nato. Non è qualcosa che si insegna; è già tutto scritto dentro di noi. Il mio compito nell’insegnamento è riconnettere quella sapienza ‘dimenticata’ per realizzare e vivere il più grande desiderio della vita: cantare!
10. Come sei giunta a Casa Carthago?
La mia amica, la grande poetessa e scrittrice Suzanna Glavas, è una delle autrici di Carthago Edizioni. Ho organizzato un piccolo evento per lei a Reggio Calabria, e sono intervenuti Margherita Guglielmino e Giuseppe Pennisi. Il resto è storia.
La conversazione con Miriam Jaskierowicz Arman ci ha profondamente arricchito e aperto nuove prospettive sulla voce e sul suo utilizzo. Le sue intuizioni non solo illuminano il legame tra tecnica vocale e spiritualità, ma offrono anche strumenti pratici per esplorare e liberare il potenziale naturale di ciascuno di noi. Con “Rivoluzionario”, Miriam non ci invita solo a cantare, ma a comunicare autenticamente con il mondo, a riscoprire e celebrare la voce come un dono divino. Confidiamo che le sue parole e insegnamenti possano ispirare molti a intraprendere questo straordinario viaggio di scoperta interiore e connessione con l’arte del canto. Grazie a Miriam per la sua passione e dedizione, che continua a guidare e illuminare le strade di chi desidera avventurarsi nel meraviglioso universo della voce.
A cura di Fiorella Di Mauro
Scopri il libro di Miriam Jaskierowicz Arman Rivoluzionario: L’approccio spirituale per cantare, parlare e comunicare.