«Nella tua anima ci sono cose infinitamente preziose che non ti possono essere portate via».
Oscar Wilde
Ed in questo straordinario e toccante libro, Miriam Jaskierowicz Arman, ci ha spalancato le porte della sua anima mettendone a nudo il suo inestimabile tesoro fatto di esperienze, conoscenze, emozioni e valori irripetibili e lo ha fatto prendendoci per mano e proiettandoci emotivamente e sensibilmente, nei recessi della sua mente e del suo cuore! Un viaggio introspettivo e unico che ha attraversato tutta la sua vita, un viaggio intimo, catartico quello della nostra autrice ma doloroso e tormentato, un percorso difficile ed alienante ma che l’ha portata ad acquisire una maggiore consapevolezza delle sue profonde ferite emotive in modo da poterle recuperare e guarire per poi raggiungere la pace dello spirito. Ed è la sua anima che influenza e domina queste seducenti pagine, anima che diventa coscienza, emozione, pensiero razionale e sofferenza pacificante. Un viaggio spirituale il suo, alla ricerca del significato della vita, alla ricerca di tante risposte al suo doloroso essere parte di una storia che non ha mai fine, di un’identità mai rivelata, di un popolo martoriato, costantemente in fuga, delle sue tante, dolorose vicende personali e del suo “Rachmunes” il suo abbi pietà tante volte gridato per la sua sorte e per quella del suo popolo. Un viaggio dove “L’anima si tinge dei suoi pensieri” ( Marco Aurelio) e diventa speranza, ricerca di pace, abbandono di un mondo iniquo per ritrovare, attraverso la sua grande Fede, quel desiderio di “volare su ali elusive di punti iridescenti” (Cfr. Contemplazione di un’artista)
«Non è però solo l’anima che aleggia su ogni pagina di questo prezioso libro ma c’è un altro sentimento molto forte che pervade il tutto ed è l’Amore, l’amore universale e profondo verso tutte le creature del mondo».
Per certi aspetti la peregrinatio animae della nostra bravissima autrice, richiama il viaggio spirituale di Siddharta (Hermann Hesse) laddove il viaggio attraverso la propria vita insegna il valore inestimabile dell’imprevedibilità della vita stessa, il bisogno dell’appagamento dell’anima e la liberazione dal dolore. Molto intensi, evocativi, affascinanti e dolorosamente sofferti i luoghi della memoria, luoghi dove centinaia di scarpe si mescolano a migliaia di lacrime, luoghi dove i ricordi annaspano tra bargigli di luce e pareti sconfinate di sangue e devastazioni, amore e morte, luce e buio, tutto scorre per poi ritornare in dolore ed affanno… tutto scorre fino ad annientare e scarnificare l’anima, anima che deflagra rompendosi e scomponendosi in mille pezzi per poi ritrovare e ricomporre se stessa alla fine del lungo viaggio, una odissea personale e catartica in cui la protagonista prende coscienza della sua volontà e dei suoi desideri e per ritrovare il senso della sua vita. Non è però solo l’anima che aleggia su ogni pagina di questo prezioso libro ma c’è un altro sentimento molto forte che pervade il tutto ed è l’Amore, l’amore universale e profondo verso tutte le creature del mondo.
È così, con parole accorate e malinconiche Miriam ci parla del suo amore verso i genitori, parole dolcissime che si mescolano con altre marchiate a fuoco dai ricordi dolorosi dei campi di concentramento, della madre sempre in lacrime con la sua devastazione interiore, del padre avvolto nello scialle bianco e nero nel momento della preghiera e della sua amatissima figlia persa nel pieno della sua giovinezza, tutti fiori strappati nel giardino della rimembranza, tutti senza voce e senza vita come quei sei milioni di persone alle quali hanno rubato, oltre la vita anche la dignità. E poi c’è L’amore per la propria terra e per il suo popolo, quel popolo in attesa da secoli della terra promessa, quel popolo errante e mai vinto, a cui hanno cercato di cancellare l’identità ma mai la fierezza dell’appartenenza, la moralità e il credo nella propria Fede e nelle proprie tradizioni. L’autrice percorre con visioni a volte convulse ma pregnanti, il calvario dello sterminio, l’abominio perpetrato al suo popolo, la cruda sofferenza richiamata da visioni di corpi smembrati, di sangue, di putrefazione, racchiudendo l’apice del dolore e della follia umana espresso con passaggi crudi ed immagini evocative come: “… Supplicando: No, no non prenderla! La mia bambina…! “Dov’è mio figlio?” … “Un cappotto, ho freddo…” ( Cfr. Sosnovice 1940)
Resta, comunque tutto l’amore ed il senso di appartenenza verso il suo popolo riassunto in poche ma profonde parole : “ AM ISRAEL CHAI “ ( il popolo di Israele vive ) I brevi ma intensi passaggi sulla Shoah, accennati dall’autrice, creano comunque un impatto particolarmente incisivo sulle coscienze di tutti e non offrono attenuanti al colpevole non per odio o per vendetta ( l’odio e il rancore non le appartengono ) ma per giustizia, un richiamo il suo, a quella giustizia che è coscienza universale e diritto di ogni uomo e di ogni popolo calpestato! Pagine vigorose, concentrate, in cui il dolore e il tormento di Miriam diventano angoscia, travaglio, inquietudine e malessere continuo, in lei sembrano convergere tutte le sue esperienze dolorose, tutta la disperazione del suo popolo, un diorama di sofferenza che diventa Catabasi, discesa nei meandri più bui della sua anima per poi risalire piano piano e lasciare che in lei tornino ad albergare gli spazi immensi del mare e del cielo infinito, della profondità calda e simbolica della sua voce, essenza spirituale ed umana e la sua fede di pace e d’amore. E il suo dolore così si trasforma, diventa luce, pace, gioia euritmica che si connette con la sinfonia corale dell’universo e di tutte le creature che lo abitano Ma il punto di forza che anima e sostiene tutto il libro è la grande Fede di Miriam J. Arman il suo infinito amore per Dio e le Sue Sacre Leggi. La sua è una confessione di lode a Dio e una professione di fede espressa e che permea ogni pagina di questo libro e che l’autrice condensa in due sole parole “ANI MAAMIN” (Io credo)! Il credo in un Dio che guida i suoi passi e asciuga le sue lacrime e la sostiene nelle sue battaglie per il trionfo della pace e del bene universale. Il linguaggio narrativo che accompagna i vari tracciati della vita della nostra autrice, risente molto delle sue emozioni interiori, delle vibrazioni del suo stato d’animo per cui spesso, il periodare, risulta articolato e complesso e la trama sembra “ spezzarsi “ per poi riprendere in modo continuativo e sciolto sostenuto dalla ricchezza delle citazioni e dall’esternazione immediata dei suoi sentimenti.
L’Urlo dell’Anima è un’opera che ha diverse tracce, un affascinante intreccio di testimonianze e racconti, di richiami personali e di riflessioni profonde, lirismo, poesia, sentimenti e dolore si fondono per dar vita alla vita della protagonista che ha scelto la via più più difficile e dolorosa per far pace con sé stessa riconciliandosi col mondo. Il contenuto dell’opera è molto originale ed elaborato, c’è consapevolezza dei concetti e delle idee espressi ed è dominato da una forte carica emotiva che sfocia in passaggi di alta poesia, poesia che spesso specifica ed integra il corpo centrale della narrazione dando spessore e lirismo ai suoi sentimenti. L’immediatezza del lessico inoltre, è resa scattante dal susseguirsi dei verbi che danno consistenza visiva alla narrazione accelerando il coinvolgimento del lettore. Un libro da leggere, una rara testimonianza di vita che passa attraverso le malinconie della solitudine e del silenzio di un’anima frantumata in mille pezzi e attraversata dalla sofferenza ma mai sconfitta perché anima guerriera per la fede e per la pace! L’Urlo dell’Anima è un libro d’amore perché “Omnia vincit amor / et nos cedamus amori” (Virgilio); l’amore vince su tutto e noi cediamo all’amore! E Miriam Jaskierowicz Arman attraverso queste stupende pagine ha reso testimonianza al vero Amore!
L’urlo dell’Anima di Miriam Jaskierowicz Arman (Francesca Misasi)
Ed in questo straordinario e toccante libro, Miriam Jaskierowicz Arman, ci ha spalancato le porte della sua anima mettendone a nudo il suo inestimabile tesoro fatto di esperienze, conoscenze, emozioni e valori irripetibili e lo ha fatto prendendoci per mano e proiettandoci emotivamente e sensibilmente, nei recessi della sua mente e del suo cuore! Un viaggio introspettivo e unico che ha attraversato tutta la sua vita, un viaggio intimo, catartico quello della nostra autrice ma doloroso e tormentato, un percorso difficile ed alienante ma che l’ha portata ad acquisire una maggiore consapevolezza delle sue profonde ferite emotive in modo da poterle recuperare e guarire per poi raggiungere la pace dello spirito. Ed è la sua anima che influenza e domina queste seducenti pagine, anima che diventa coscienza, emozione, pensiero razionale e sofferenza pacificante. Un viaggio spirituale il suo, alla ricerca del significato della vita, alla ricerca di tante risposte al suo doloroso essere parte di una storia che non ha mai fine, di un’identità mai rivelata, di un popolo martoriato, costantemente in fuga, delle sue tante, dolorose vicende personali e del suo “Rachmunes” il suo abbi pietà tante volte gridato per la sua sorte e per quella del suo popolo. Un viaggio dove “L’anima si tinge dei suoi pensieri” ( Marco Aurelio) e diventa speranza, ricerca di pace, abbandono di un mondo iniquo per ritrovare, attraverso la sua grande Fede, quel desiderio di “volare su ali elusive di punti iridescenti” (Cfr. Contemplazione di un’artista)
Per certi aspetti la peregrinatio animae della nostra bravissima autrice, richiama il viaggio spirituale di Siddharta (Hermann Hesse) laddove il viaggio attraverso la propria vita insegna il valore inestimabile dell’imprevedibilità della vita stessa, il bisogno dell’appagamento dell’anima e la liberazione dal dolore. Molto intensi, evocativi, affascinanti e dolorosamente sofferti i luoghi della memoria, luoghi dove centinaia di scarpe si mescolano a migliaia di lacrime, luoghi dove i ricordi annaspano tra bargigli di luce e pareti sconfinate di sangue e devastazioni, amore e morte, luce e buio, tutto scorre per poi ritornare in dolore ed affanno… tutto scorre fino ad annientare e scarnificare l’anima, anima che deflagra rompendosi e scomponendosi in mille pezzi per poi ritrovare e ricomporre se stessa alla fine del lungo viaggio, una odissea personale e catartica in cui la protagonista prende coscienza della sua volontà e dei suoi desideri e per ritrovare il senso della sua vita. Non è però solo l’anima che aleggia su ogni pagina di questo prezioso libro ma c’è un altro sentimento molto forte che pervade il tutto ed è l’Amore, l’amore universale e profondo verso tutte le creature del mondo.
È così, con parole accorate e malinconiche Miriam ci parla del suo amore verso i genitori, parole dolcissime che si mescolano con altre marchiate a fuoco dai ricordi dolorosi dei campi di concentramento, della madre sempre in lacrime con la sua devastazione interiore, del padre avvolto nello scialle bianco e nero nel momento della preghiera e della sua amatissima figlia persa nel pieno della sua giovinezza, tutti fiori strappati nel giardino della rimembranza, tutti senza voce e senza vita come quei sei milioni di persone alle quali hanno rubato, oltre la vita anche la dignità. E poi c’è L’amore per la propria terra e per il suo popolo, quel popolo in attesa da secoli della terra promessa, quel popolo errante e mai vinto, a cui hanno cercato di cancellare l’identità ma mai la fierezza dell’appartenenza, la moralità e il credo nella propria Fede e nelle proprie tradizioni. L’autrice percorre con visioni a volte convulse ma pregnanti, il calvario dello sterminio, l’abominio perpetrato al suo popolo, la cruda sofferenza richiamata da visioni di corpi smembrati, di sangue, di putrefazione, racchiudendo l’apice del dolore e della follia umana espresso con passaggi crudi ed immagini evocative come: “… Supplicando: No, no non prenderla! La mia bambina…! “Dov’è mio figlio?” … “Un cappotto, ho freddo…” ( Cfr. Sosnovice 1940)
Resta, comunque tutto l’amore ed il senso di appartenenza verso il suo popolo riassunto in poche ma profonde parole : “ AM ISRAEL CHAI “ ( il popolo di Israele vive ) I brevi ma intensi passaggi sulla Shoah, accennati dall’autrice, creano comunque un impatto particolarmente incisivo sulle coscienze di tutti e non offrono attenuanti al colpevole non per odio o per vendetta ( l’odio e il rancore non le appartengono ) ma per giustizia, un richiamo il suo, a quella giustizia che è coscienza universale e diritto di ogni uomo e di ogni popolo calpestato! Pagine vigorose, concentrate, in cui il dolore e il tormento di Miriam diventano angoscia, travaglio, inquietudine e malessere continuo, in lei sembrano convergere tutte le sue esperienze dolorose, tutta la disperazione del suo popolo, un diorama di sofferenza che diventa Catabasi, discesa nei meandri più bui della sua anima per poi risalire piano piano e lasciare che in lei tornino ad albergare gli spazi immensi del mare e del cielo infinito, della profondità calda e simbolica della sua voce, essenza spirituale ed umana e la sua fede di pace e d’amore. E il suo dolore così si trasforma, diventa luce, pace, gioia euritmica che si connette con la sinfonia corale dell’universo e di tutte le creature che lo abitano Ma il punto di forza che anima e sostiene tutto il libro è la grande Fede di Miriam J. Arman il suo infinito amore per Dio e le Sue Sacre Leggi. La sua è una confessione di lode a Dio e una professione di fede espressa e che permea ogni pagina di questo libro e che l’autrice condensa in due sole parole “ANI MAAMIN” (Io credo)! Il credo in un Dio che guida i suoi passi e asciuga le sue lacrime e la sostiene nelle sue battaglie per il trionfo della pace e del bene universale. Il linguaggio narrativo che accompagna i vari tracciati della vita della nostra autrice, risente molto delle sue emozioni interiori, delle vibrazioni del suo stato d’animo per cui spesso, il periodare, risulta articolato e complesso e la trama sembra “ spezzarsi “ per poi riprendere in modo continuativo e sciolto sostenuto dalla ricchezza delle citazioni e dall’esternazione immediata dei suoi sentimenti.
L’Urlo dell’Anima è un’opera che ha diverse tracce, un affascinante intreccio di testimonianze e racconti, di richiami personali e di riflessioni profonde, lirismo, poesia, sentimenti e dolore si fondono per dar vita alla vita della protagonista che ha scelto la via più più difficile e dolorosa per far pace con sé stessa riconciliandosi col mondo. Il contenuto dell’opera è molto originale ed elaborato, c’è consapevolezza dei concetti e delle idee espressi ed è dominato da una forte carica emotiva che sfocia in passaggi di alta poesia, poesia che spesso specifica ed integra il corpo centrale della narrazione dando spessore e lirismo ai suoi sentimenti. L’immediatezza del lessico inoltre, è resa scattante dal susseguirsi dei verbi che danno consistenza visiva alla narrazione accelerando il coinvolgimento del lettore. Un libro da leggere, una rara testimonianza di vita che passa attraverso le malinconie della solitudine e del silenzio di un’anima frantumata in mille pezzi e attraversata dalla sofferenza ma mai sconfitta perché anima guerriera per la fede e per la pace! L’Urlo dell’Anima è un libro d’amore perché “Omnia vincit amor / et nos cedamus amori” (Virgilio); l’amore vince su tutto e noi cediamo all’amore! E Miriam Jaskierowicz Arman attraverso queste stupende pagine ha reso testimonianza al vero Amore!
Francesca Misasi
Scopri il libro di Miriam Jaskierowicz Arman L’Urlo dell’Anima – Scream of the Soul.