Catania, 1911. Angelina Mioccio, figlia di una famiglia benestante di origini ebraiche, muore suicida lanciandosi dal torrione del Castello di Leucatia, dono del padre per l’imminente matrimonio della figlia con un buon partito, come nelle migliori tradizioni dell’epoca.
Una decisione contrastata in ogni modo da Angelina, fino all’esito fatale.
Da allora, storia e leggende si intrecciano intorno alla vicenda della giovane donna e del suo spirito che sembra aleggiare ancora oggi nel “suo” castello.
Mentre la sua salma, agghindata con quell’abito da sposa che lei non avrebbe mai voluto indossare, giace tuttora, imbalsamata e dimenticata, nel cimitero monumentale del capoluogo etneo.
Ne La Bella Angelina l’Autrice ripercorre, con una modalità stilistica avvincente, quanto elegante e poetica, i tanti fili che si snodano attorno a questa vicenda, dall’inizio sino ai giorni nostri.
Tuttavia, La Bella Angelina non è solo la storia di una giovane donna e della sua famiglia: è la storia di una città e di una comunità in un’epoca, quella della Belle Époque, lontana per usi e costumi da quella attuale, ma ancora viva e affascinante.
Ed è in quell’epoca che Rossella Jannello ci trasporta, con pathos emotivo e perizia di cronaca.
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