Un giorno, sfogliando un libro coperto dalla polvere del tempo, affiorarono i dati anagrafici di Giovanni Fichera, sconosciuto primo sindaco di Riposto; da qui prese le mosse quella spinta emotiva che mi fece iniziare uno dei tanti viaggi nei luoghi della memoria.
Così m’apparvero avvenimenti e uomini legati al vivere quotidiano e al quotidiano morire dei protagonisti della nostra storia locale.
Ho rivisitato, tra l’altro, il processo di aggregazione dei Ripostesi; i moti antigiacobini locali del 1799; lo smembramento della Contea di Mascali; l’adesione dei Ripostesi alla grande rivoluzione unitaria dell’isola (1848-1860); il movimento operaio nato a cavallo dei secoli XIX e XX; la loggia massonica “Mario Rapisardi”; i Circoli cittadini, l’opposizione al fascismo, la questione dell’unificazione di Giarre-Riposto; la rinascita dei partiti politici nella città nel primo dopoguerra; l’emigrazione ed infine le figure dei 28 sindaci che si sono succeduti a Riposto.
Ho scoperto la loro grande saggezza sia nei più giovani (Francesco Di Pino-Galeano, Salvatore Fiamingo) che nei meno giovani (Giacomo Grasso, Carmelo D’Urso), la loro onestà sia nell’opulenza (fine Ottocento) che nella povertà (anni immediatamente dopo le due guerre mondiali) della città; il loro immenso amore per questa terra e per questa gente.
Essi, nel trapasso dei secoli, sono state guide illuminate e purtroppo dimenticate del nostro popolo.
Oggi tutti, specie i giovani, abbiamo il bisogno di riscoprire la “Historia minima” dei nostri paesi nel loro chiaro e moderno significato di “microcosmo” che rappresenta la genesi del più vasto “macrocosmo”; i destini “locali” necessariamente legati a quelli “generali”; l’identità storico-culturale in un mondo in rapida e radicale trasformazione che tende a sradicare e travolgere le nostre radici.
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