Fatta terra bruciata dietro di me sono rimasta ad osservare un campo di belle di notte. Il muro dell’incomunicabilità si rompe quando si riesce a perdere la parola.
Il flusso di coscienza e di pensieri che percorrono la nostra vita arginano la nostra visione delle cose.
Prof. Santo Trimarchi –
Questo viaggio poetico parte dalla sofferenza dell’uomo che, attraverso un dialogo tra terra e cielo, va alla sorgente dell’acqua che disseta, del cibo che sazia, della cultura che nutre ed alimenta il cuore e la mente. In questo modo, secondo quanto sostiene il filosofo tedesco Feuerbach “L’uomo è ciò che mangia” e di conseguenza diventa ciò che ascolta, che legge, che vede per essere cultura, vincolo e veicolo di unione, la forza che ci vuole per affrontare le crisi esistenziali di una società complessa, che si susseguono una dopo l’altra. “Ogni alba ha sempre il suo sole” già nel titolo presenta l’immagine di una poesia di per se profonda, intensa e densa di altre immagini significative dell’esistenza, capace di andare oltre il visibile, l’apparente, l’evidente, in grado di stupire e di accompagnare il lettore dentro le suggestioni e le emozioni della semplice e candida bellezza naturale ed umana. Tra le pieghe dei versi ispirati, collegati dall’umore creativo, abilitato a donare la dolcezza dei sentimenti, delle visioni, delle promesse attraverso uno stile poetico corredato di accorgimenti essenziali per una vita bella, vissuta con intensità, meraviglia e gioia.
In effetti l’alba fornisce all’essere umano un rifugio speciale come un risveglio interiore che aiuta a ritrovare sé stessi e a connettersi con la natura e l’armonia dell’universo. Infatti, il sole che nasce ogni giorno illumina, riscalda e disegna nel cielo fiammeggiante i contorni dell’orizzonte infinito, della speranza promettente, del sogno che ricomincia, della luce che guida i passi di ciascuno sulla terra.
In questo libro di Anna Maria sembra che sorga sempre la luce del sole che apre il cuore, riscopre la manifestazione della natura che germoglia a primavera, colora, profuma la vita e matura. Pertanto nascono soltanto parole d’amore, versi sinceri che tessono una storia nuova, la trama di un giorno che si collega agli altri, in un flusso continuo di coscienza, mentre la vicenda dell’uomo cammina nella storia di prima per diventare quella di domani, nella bellezza e nella gioia che può esprimere finché dura la briciola d’eternità che spetta ad ognuno.
Un libro che sa far vedere l’alba, anche per quanti non l’hanno potuta vedere di fatto, è un atto d’amore offerto, un sorriso splendente che aiuta a vivere, soprattutto per uscire bene dalla notte.
Prof.ssa Nuccia Foti –
Già nella Prefazione dell’opera “Ogni alba ha sempre il suo sole!”, qui indicata come Nota dell’Autrice, si riescono ad individuare gli elementi fondamentali del testo: un testo in cui la poetessa, più che seguire uno schema preciso fondato su modelli precostituiti, traccia una sua visione personale ed esclusiva della vita.
Il senso dell’esistenza appare immediato e misterioso, nascondendosi e al tempo stesso facendosi scoprire in ogni elemento della natura, da cui la stessa condizione umana è imprescindibile: il paesaggio, i colori, i profumi, le immagini, assumono una dimensione umana caricandosi di molteplici significati. O meglio, ad ogni elemento della natura, foglia, fiore, sole, mare, pioggia, l’Autrice, con semplicità, conferisce una valenza che va oltre il lessico e la forma: anche l’uso di metonimie, sinestesie o altre figure retoriche che potrebbero credersi volutamente ricercate, appaiono come un fatto spontaneo.
Dire che i colori parlano, i fiori sorridono, la luna osserva da lontano, è anche voler “dare un’anima alle cose”: è in questo senso che va letto il messaggio della Briguglio: certamente, perché tutti possiamo osservare con gli occhi del poeta quel filo d’erba, quel raggio di luce, quell’onda del mare, che racchiudono il senso più autentico della natura.
Così, “Un raggio di sole fra tegole di foglie” (1 Sezione) rappresenta la luce che ci raggiunge anche quando stiamo al riparo, perché le nostre “tegole di foglie” assicurano la protezione ma non l’isolamento. In tutta questa parte protagonista assoluto è il fiore: dai mille colori, dalle mille forme, dai mille profumi, che in ogni momento diventa simbolo e metafora dei nostri sogni, delle nostre speranze, delle nostre aspettative, promessa di gioia, sorriso, speranza.
Nei versi di “Una briciola di eternità” (2 Sezione), l’attenzione è rivolta soprattutto al Tempo, lungo il quale si compie il viaggio della vita, quella vita di ognuno di noi che, rispetto all’Eternità, non è che una “briciola”. Ma di questo ci si accorge, o forse si accorgono gli altri, quando è ormai tardi: per questo il messaggio che la poetessa vuole inviare ai suoi lettori è quello che lei stessa sintetizza nelle parole “Ciò che salva una vita sono gli affetti vissuti, perché, anche se breve, la vita è una briciola di eternità”.
I testi di “Questa pandemia oltre le stelle” (3 Sezione) scritti tra marzo e dicembre 2020, come è evidente già dal titolo, affrontano un argomento di stringente attualità che, addirittura, diventa oggetto di riflessione poetica Tema centrale è il confronto fra due mondi: a quello degli esseri umani costretti dalla pandemia Coronavirus, alla rinuncia e all’isolamento, si contrappone il mondo delle stelle, dei rivoli d’acqua, delle farfalle tra i fiori , che incoraggiano l’uomo a credere in un domani migliore, perché “il mondo insieme è meraviglioso”.
L’ultima parte dell’opera “Dinnanzi al mare stellato” (4 Sezione), vede protagonisti la notte, le stelle, il mare, la luna. Tutti gli elementi della natura si incontrano fra loro fino a scambiare posti e ruoli: così dal consueto “cielo stellato” si passa al “mare stellato” di fronte a cui, anche gli esseri sono stelle, sono luce che brilla solo se si sta insieme: è un immergersi nella natura di tipo quasi dannunziano (“d’arborea vita viventi” in “La pioggia nel pineto”) fino a diventarne parte.
Ma ciò non toglie che gli elementi della natura possano essere visti anche con altri occhi. Così nelle ultime pagine, la “luna “del mito e della letteratura, di Leopardi e della musica leggera, diventa “lunetta” e, pur mantenendo intatto il suo fascino, riesce a diventare strumento di gioia e di sorriso per i più piccini, secondo quanto la favola insegna.